Monday 27 October 2014

Buon compleanno

Agata si alzò dalla sedia sbuffando; dopo un paio di secondi di stallo, tornò a sedersi. Suo papà le aveva chiesto esplicitamente di rimanere ad aiutare la sorella. Però, era difficilissimo non perdere le staffe con lei, soprattutto quando si trattava di numeri.
- Certo che tu e la matematica proprio non andate d'accordo! O mi prendi in giro?
- Dai, smettila. Stai sempre criticando qui e lì. Se mi devi aiutare e farmi sentire una cacca, meglio che non mi aiuti, sai?
Agata la fulminò con gli occhi. Era una tattica di Liz fare la vittima per farla arrabbiare di più, la conosceva bene. Da diciassette anni sopportava la sorella minore, e da sempre continuava a cascarci.
- Lo sai benissimo che non mi sento in colpa. E poi, ti devo aiutare, me l'ha chiesto papà. Altrimenti pensi che starei qui con te a innervosirmi il giorno del mio diciottesimo compleanno? Con la festa da preparare? Ti sembra che non abbia altre cose da fare?
Avrebbe voluto continuare con la predica, ma si accorse che Liz la fissava. Non con il suo sguardo tipico che diceva "sono sul punto di piangere ed è colpa tua", e che normalmente faceva parte della sua strategia di vittima. La fissava, ma con uno sguardo vacuo, quasi dispiaciuto.
Sembrava sinceramente triste. Agata avrebbe voluto chiederle perché con dolcezza, come farebbe con qualsiasi altra persona, ma aveva già sopportato troppo. Ogni gentilezza era esclusa da tempo, era più forte di lei.
L'apostrofò bruscamente.
- Beh, e che cavolo hai adesso? Ti sei resa conto che il tuo piccolo cervellino non ci arriva?
Terminata la frase, si morse la lingua. Perché non riusciva mai a parlarle normalmente? Adesso, sicuramente si sarebbe messa a piangere.
Invece no. Liz le rispose con calma.
- Hai ragione, hai ragione tu. Non mi piace la matematica, e il giorno del tuo compleanno non dovresti passarlo cercando di insegnarmela. Vai pure a preparare la festa; lo spiego io al papà, che sono stata io.
Agata rimase a bocca aperta. Mai la sorella le aveva detto una cosa del genere.
- Ma...
- No, veramente, Agata. Insisto. Solamente, prima prendi questo, - concluse Liz mentre faceva un sorriso tirato, - e buon compleanno da parte della tua sorellina rompipalle.
Le passò un fagottino, e Agata si affrettò ad aprire il regalo, fingendosi molto concentrata per non mostrare la sua faccia confusa.
Era un magnete, molto semplice, con scritto "Grazie sorella. Ti voglio bene."
Se lo rigirò tra le mani, non potendo crederci. Liz si era sempre approfittata di lei, avevano sempre litigato tra loro, e non aveva mai mostrato simili slanci di amore fraterno.
Non le aveva mai fatto un regalo, nemmeno uno stupido. Non le aveva mai detto che le voleva bene. Neanche una volta. Era davvero attonita.
Doveva dirle qualcosa. Ma cosa?
Non voleva che le uscisse una frase secca, come quella che le era venuta fuori poco prima. Voleva, con tutte le sue forze, ricambiare la gentilezza. Il regalo le aveva fatto piacere.
Alzò la testa e guardò Liz con un'espressione tonta.
In quel momento si rese conto che c'era un'unica cosa giusta da fare, anche se forse avrebbe un po' rovinato il suo ruolo di sorella maggiore perennemente scocciata.
Doveva dirle che anche lei, nonostante tutto, le voleva bene.
Mentre lo faceva, vide un grande sorriso aprirsi sul viso della sorella. Capì che, in fondo, bastava poco per farla contenta. E per essere contenta lei stessa.
Capì anche che il regalo che le aveva fatto era molto più di un magnete.
- Buon compleanno, - le ripeté Liz mentre l'abbracciava.
Sì, è un buon compleanno, pensò Agata, sorridendo.

*Dedicato a Eli... Non posso festeggiare con te,
ma spero almeno di averti strappato un sorriso!
Happy Birthday!

5 comments:

  1. Grazie Silvi del racconto, bellissimo...e quasi quasi mi ci vedo ;)
    Un bacione e...ti voglio bene ;)

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  2. Brava Silvia è un bel biglietto di compleanno . Baci mamy

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  3. I miei complimenti spero che questo faccia riflettere entrambe hai proprio colpito nel segno e a loro è però mancato il magnetismo fraterno ma c'è ancora tempo. Ciao silvia sei proprio brava papi

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    1. La cosa bella di scrivere è che si possono trasferire emozioni che hai provato tu ad altre persone. Come viverlo varie volte insomma. Non è mai troppo tardi...

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