Monday 27 October 2014

Vaya tecnología...


Jean chiude il portatile. Imposta la sveglia dell'iPhone alle sette; le rimangono solo sei ore da dormire, realizza sconsolata.
L'indomani mattina dev'essere alle otto e mezza all'aeroporto, sono circa due mesi che ogni fine settimana fa l'hostess. E sono circa due mesi che il sabato e la domenica si alza presto.
Appoggia la testa sul cuscino e pensa che sarebbe almeno potuta uscire con la sua amica Clara, quel sabato sera. Dopotutto, deve alzarsi alle sette, non è così presto. Vabbè, ormai... Amen.
Ripassa mentalmente l'abbigliamento per il giorno dopo. È tutto pronto, ma ha la sensazione che qualcosa le stia sfuggendo. Fruga nei vicoletti della sua mente, non trova nulla. La sveglia l'ha messa, la borsa è pronta. Ben presto, sta dormendo profondamente.
L'iPhone suona alle sette, puntuale.
Jean si alza subito. Mangia i suoi soliti cereali a grandi cucchiaiate, non vuole perdere tempo.
Guarda velocemente le notizie sul telefono; una, in particolare, attira la sua attenzione.
"Dannazione!", esclama, lasciando cadere la testa sul tavolo. Com'era tonta certe volte. Come ha fatto a scordarselo? Era l'ultima domenica d'ottobre. Si tornava all'ora solare.
Un momento: quindi è in ritardo di un'ora?
Decide di fermarsi a pensare, prima di mettersi a correre avanti e indietro per la casa cercando di rimediare a un ritardo esagerato.
Legge il titolo un'altra volta: Ritorna l'ora solare. Si dorme un'ora in più.
Ok, calma. Se si dorme un'ora in più, vuol dire che l'orologio si manda indietro.
Tira un sospiro di sollievo. Meno male che era all'indietro.
E subito tira anche un pugno al tavolo, dato che realizza che avrebbe potuto dormire un'ora in più, e sarebbe potuta uscire tranquillamente con Clara.
Ecco che cosa le stava sfuggendo la sera prima. Il cambio dell'ora.
Uff. Si lascia cadere di nuovo sul tavolo. Ormai non vale la pena di tornare a letto. Almeno se la può prendere comoda.
O forse no? Ora l'assalgono i dubbi. Che il suo telefono super intelligente abbia cambiato l'orologio automaticamente?
Saranno le sette e mezza, le sei e mezza, o le otto e mezza?
Il pensiero di non sapere affatto che ora sia non è per niente confortante. Soprattutto se alle otto e mezza ti aspettano a lavoro, e tu non hai idea di quanto manchi all'ora X.
Jean alza la testa, fissando tutto e nulla, facendo lavorare i suoi neuroni a tutta velocità.
Che ora è?
Il suo sguardo cade sul vecchio orologio a lancette appeso sopra il frigo. L'aveva quasi buttato proprio la settimana prima.
Segna le otto e trenta.
Le otto e trenta?
Ma certo. Inizia a ridacchiare. Quando si dice la tecnologia. Sì, è cambiata l'ora, ma gli smartphone lo sapevano. E perciò, anche il suo iPhone l'aveva cambiata automaticamente, svegliandola alle sette, ora nuova, senza che lei nemmeno si ricordasse del cambio.
In realtà, però, si era svegliata alle otto, ora vecchia. Il suo vecchio orologio glielo confermava.
Mentre si prepara per uscire, sicura di essere puntuale, decide che comunque anche le lancette fanno la loro parte. Senza il suo caro, vecchio, orologio analogico, forse si sarebbe persa nei meandri del tempo.
No, dopotutto non l'avrebbe buttato.

[photo credit: Βethan via photopin cc]

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