Thursday 23 October 2014

Sunrise on planet Earth

I primi raggi di sole si posarono sulle due figure che russavano profondamente, schiena contro schiena.
La prima ad accorgersene fu Zin. Stava nel bel mezzo di un sogno complicato, e, dalla parte posteriore del suo cervello, sentì arrivare un piccolo disturbo, che piano piano si ingrandiva.
Quando capì di cosa si trattava, era già sveglia. Si stropicciò le palpebre rugose, e, stiracchiandosi il collo, svegliò il fratello.
"Quay! È giorno."
"Mmm... Già? A me sembra ancora buio...", ribatté lui, rifiutandosi di muoversi.
In realtà il sole stava già squarciando la notte, implacabile.

Zin, mentre il fratello continuava imperterrito a dormirle sulla schiena, osservava il processo con il consueto interesse. Le cose attorno a lei, che sino a pochi istanti prima non avrebbe potuto individuare se non al tatto, erano già completamente visibili. Il cielo, quando era scuro, sembrava infinito e mostrava molte delle stelle attraverso cui loro avevano viaggiato; ma quando la luce lo conquistava in così poco tempo, sembrava molto più limitato.
Le sembrava incredibile. I toni erano così intensi che, se fissava troppo in direzione Giorno (quella che gli umani chiamavano Est), le facevano male gli occhi.
Ma erano dei colori così belli che non poteva non guardarli.
"Dai, fratello, ora devi proprio aprirli, quei tuoi occhietti centenari. Ti stai perdendo il nostro spettacolo preferito."
Quay allungò le dita nodose e, con grande sforzo, aprì gli occhi.
"Uau... Hai ragione, Zin", ammise passando il braccio ancora intorpidito sulle spalle minute della sorella.
Rimasero in silenzio ad osservare, godendosi il calore dei primi raggi, che confortava i loro arti infreddoliti. Ormai il tetto su cui avevano dormito era quasi completamente illuminato.
Zin ruppe il silenzio.
"Sai, Quay, ogni tanto mi chiedo perché siamo venuti su questo pianeta sperduto e arretrato. Perché proprio qui?, mi domando. Se non trovo la risposta, semplicemente aspetto di poter guardare verso il nuovo Giorno. Questa Terra, mi pare che la chiamino così, è davvero splendida."
"Sono d'accordo, sorellina. Non è poi così male."

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