Thursday 16 October 2014

Lo Hobbit - J.R.R. Tolkien: che me n'è sembrato

Essendo il quarto libro di Tolkien che mi leggo, probabilmente sono di parte, perché, se non mi sono fermata al primo, significa che comunque l'autore un po' mi piace.
La storia, però, mi ha stupita, perché stavo per archiviarla, dato che alla quarantina di pagine ancora non mi aveva preso (e il mio limite è 50; dopo di che, chiudo e rimetto in libreria, o peggio, mi disfaccio del libro). Erano troppe le descrizioni e pochi i dialoghi, e io non sono un'amante di questo stile paragrafo lungo.
Ma poi c'è stato un cambio, e ho iniziato a prendere velocità. Chiaro segnale di gradimento.
Mi è piaciuta, su tutto, la costruzione del personaggio di Bilbo Baggins e la profondità con cui l'autore descrive il suo carattere attraverso le azioni e i pensieri. Ne "Il Signore degli Anelli" non mi erano mai stati simpatici gli Hobbit, ma ora che conosco Bilbo, sì.

My favourite "The Hobbit" quote. Tolkien.
Lo stesso posso dire  per la semplicità con cui dipinge un mondo fantastico, in cui il lettore ingenuo come me praticamente si perde. L'ho trovata semplicemente geniale. E alla fine pure lo stile, che all'inizio non mi convinceva per la sua complessità, mi ha meravigliato. C'erano delle parole che non conoscevo, e mi è piaciuto impararle - bravo anche il traduttore, diamo a Cesare quel che è di Cesare, anzi in questo caso non è Cesare ma è è una donna e si chiama Elena Jeronimidis Conte.
Certo, la storia è abbastanza unitaria e veloce, e non ho davvero idea di come abbiano fatto a farci una trilogia. Misteri cinematografici.
Succo del discorso: consigliato, sì.

***Disclaimer: questa recensione, come tutte le altre, manifesta solo l'umile e personale opinione di una lettrice incallita.

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